Un approfondimento sulla storia dell’Intelligenza Artificiale.

La tematica “intelligenza artificiale storia” è tra le più dibattute, nonostante sia una disciplina relativamente recente: i primi studi, infatti, risalgono alla metà del XX secolo con l ’avvento dei primi elaboratori elettronici. Fu allora che l’uomo si rese conto di avere tutte le carte in regola per poter creare una “macchina pensante”. Fu Alan Touring, affermato matematico e filosofo, a pubblicare uno dei primi articoli dedicati al mondo dell’intelligenza artificiale. L’argomento di base era la presentazione di un test in grado di verificare il livello di intelligenza di una macchina. Noto come Test di Touring, questo metodo rappresenta una tappa decisiva in riferimento alla questione intelligenza artificiale storia, al punto che oggi il crittografo britannico viene ancora considerato come uno dei padri dell’informatica.

Questa disciplina, che inizialmente aveva molti tratti in comune con la logica e con la matematica, iniziava a differenziarsi, divenendo una branca autonoma. Occorreva darle un nome: intelligenza artificiale (Artificial Intelligence) fu quello scelto. Era il 1956 ed il termine venne utilizzato da John McCarthy per la prima volta, nel corso di una conferenza a Darmouth.

Intelligenza artificiale storia: debuttano i primo programmi informatici

La fine degli Anni ’50 viene vista da molti come l’inizio della storia dell’intelligenza artificiale: si vide l’avvento dei primi programmi informatici, deputati a dimostrare teoremi di geometria piano o a risolvere problemi di natura complessa, come es esempio dama, scacchi, puzzle e altri giochi.

Di chi furono le prime pubblicazioni nell’ambito dell’intelligenza artificiale?

Per quanto riguarda la questione “intelligenza artificiale storia”, le principali pubblicazioni furono opera di Herbert Simon, di Cliff Shaw, di John McCarthy, di Claude Shannon e di Allen Newell. Ad esempio, Simon, Shaw e Newel misero a punto uno dei software pionieri nel campo dell’intelligenza artificiale: noto come Logic Theorist, era un algoritmo impiegato per le dimostrazioni automatiche dei teoremi matematici nel campo della logica proposizionale.

Lisp

Tappa decisiva nel percorso di “intelligenza artificiale storia” fu la nascita di Lisp (List Processor), il primo linguaggio di programmazione. Il suo scoro consisteva nel procedere allo sviluppo di sistemi intelligenti. A realizzarlo nel 1958 fu John McCarthy.

Problem Solver

Restando sui programmi pionieri nel ramo dell’intelligenza artificiale, è opportuno precisare che si trattava di Problem Solver. Il loro scopo consisteva nel risolvere problemi semplici, pur non essendo in grado di interpretare quanto fosse complesso il contesto reale. Inoltre, non erano in grado di uscire dal perimetro del loro campo di conoscenza. Non si poteva, perciò, parlare di “macchine intelligenti”, in quanto potevano contare solo su una velocità computazionale al di fuori del comune.

Reti neurali

A favorire il naturale processo di evoluzione dell’intelligenza artificiale furono alcuni studi nel campo delle reti neurali: le ricerche di Walter Pitts e di Waren McCulloch diedero luogo alla progettazione di una rete neurale artificiale. Negli Anni ’60, Frank Rosenblatt proseguì i lavori, mettendo in evidenza come le reti neurali avessero davvero un potenziale degno di nota in quanto ad apprendimento. I nodi, noti come percettroni, che componevano le reti neurali sviluppate da Rosenblatt, erano in grado di modificarsi, al fine di riconoscere determinate forme geometriche.

Sistemi esperti

Con gli Anni ’70 si registrò una svolta in materia di “intelligenza artificiale storia”: debuttarono i sistemi esperti che integravano una base cognitiva su uno specifico argomento. Alle informazioni generali, bisognava aggiungere la conoscenza e il motore referenziale, essenziale nell’ottica dell’elaborazione dei dati mediante sia le euristiche sia il calcolo probabilistico. Lo svolgimento di operazioni complesse fu possibile: la ricerca medica ne beneficiò , grazie alla formulazione di diagnosi sempre più accurate.

Intelligenza artificiale contemporanea

Tra gli Anni ’80 e ’90 nacque l’intelligenza artificiale contemporanea. A caratterizzarla furono lo sviluppo della capacità di memoria e la potenza di calcolo delle macchine: i programmi messi a punto permisero di trovare soluzioni interessanti in relazione all’interpretazione del linguaggio naturale, alla rappresentazione della realtà e al riconoscimento visivo delle immagini. I passi in avanti della robotica e la riduzione delle dimensioni dei chip consentirono di raggiungere traguardi importanti. Basti pensare, ad esempio, alla vittoria a scacchi di Deep Blue di IMB contro Kasparov.

La questione ebbe un impatto mondiale: i mass media iniziarono a parlare con maggiore frequenza di intelligenza artificiale.

Anni 2000: l’applicazione pratica dell’intelligenza aziendale al mondo del business

Per vedere applicata l’intelligenza artificiale al mondo del business e al contesto aziendale, bisognò attendere gli Anni 2000: con l’ingresso del problem solving nelle aziende, i sistemi avanzati si rivelarono forieri di risultati eccellenti in svariati settori economici. I robot, utili per portare a termine azioni fisiche, e i softbot, determinanti su internet e negli ambienti virtuali, crearono importante vantaggio competitivo a livello aziendale.

Conclusioni

Negli ultimi anni la tematica “intelligenza artificiale storia” è stata arricchita da una new entry: l’intelligenza artificiale forte. Gli agenti razionali riescono a risolvere problemi in maniera autonoma con un’intelligenza superiore a quella umana.

E in futuro? In molti tra gli addetti ai lavori ipotizzano che gli agenti razionali siano in grado di maturare sensazioni e di avere una certa consapevolezza. Proprio come un essere senziente. A ben rifletterci, gran parte dei comportamenti umani è influenzata da processi mentali. Non è un azzardo, pertanto, asserire che questo processo venga implementato anche sui sistemi di calcolo. Staremo a vedere.

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